I robot di Asimov sono "macchine, non metafore". Non sono una minaccia, figli di una tecnologia incontrollata pronti a ribellarsi agli esseri umani, ma strumenti raffinati, progettati per compiti specifici. Tuttavia, possono mentire a fin di bene, interrogarsi sulla propria natura e sorprendere persino i loro programmatori. Come Andrew, in grado di provare qualcosa di simile alle emozioni e desideroso di esplorare i confini che separano la sua esistenza artificiale da quella degli umani. O come le macchine esaminate dalla robopsicologa Susan Calvin, portatrici di errori di programmazione simili ai nostri difetti e debolezze, impensabili in strumenti teoricamente perfetti. Le visioni di Asimov travalicano la narrativa di genere per diventare la cronaca affascinante del viaggio dell'uomo verso il futuro, con tutto il suo vissuto di paure, desideri e speranze. Le storie, scelte dall'autore, parlano di colonie nello spazio, macchine pensanti e miracoli della scienza, ma soprattutto colpiscono il cuore del lettore con dilemmi universali: quali sono i limiti morali nell'uso delle scoperte scientifiche? In che modo la tecnologia sta spostando i confini stessi dell'umano? Con i racconti di questa raccolta e i saggi dello stesso Asimov che la chiudono, il più profetico degli autori di fantascienza cerca di aiutarci a trovare risposte - e a porci nuove domande.