Questo volume chiude la trilogia iniziata con "Far teatro per capirsi" e proseguita con "Teatro come terapia: un viaggio per esplorare quella materia sperimentale chiamata Teatroterapia". Il "fare teatro" ci permette di scoprire le potenzialità immense di questa disciplina: in nessun'altra si realizza la fusione perfetta tra corpo-voce-mente, in una valenza che parte dal personale e si espande al sociale. L'attore è il prototipo dell'uomo libero, dichiara Orioli nella sua introduzione; l'azione scenica mostra una ricchezza di cui nel libro si parla non solo citando oltre trent'anni di esperienza negli ambiti più disparati, dalla normalità alle situazioni di disagio sociale o di patologie psichiche, ma anche elaborando una dettagliata teoria e un'altrettanto ricca didattica. La preparazione accademica e la concreta esperienza di insegnamento teatrale si fondono in questo volume assai vasto, che offre una panoramica completa, trattando tutti gli aspetti della disciplina: i concetti generali, il teatro come forma di linguaggio, la corporeità, le dinamiche relazionali, le basi didattiche e i resoconti delle esperienze sul campo, nonché gli spettacoli realizzati. «La Teatroterapia si pone l'obiettivo di sviluppare le potenzialità umane a partire dalla dimensione corporea: la rappresentazione della propria storia personale attraverso l'interpretazione di un personaggio è l'occasione per l'attore di intraprendere un percorso di coscienza di sé, di crescita e di guarigione». (W.O.)