Da questo saggio, condotto sotto il profilo storico, antropologico e psicologico, attraverso continui rimandi al modello medico così ben rappresentato dalla figura del Dr. House, emerge una concezione della vita secondo cui l'uomo è vittima delle circostanze e delle malattie e la cui unica risorsa a disposizione è l'abbandono della responsabilità della gestione della sua salute nelle mani della classe medica. L'autore propone quindi, con una serie di argomentazioni provocatorie e non sempre politicamente corrette, la necessità di un allargamento del concetto di salute, il quale, limitando l'attuale potere esclusivo della classe medica sulla gestione della nostra vita, riporti la medicina all'ambito che le compete, cioè la lotta alle malattie, e riconosca la fondamentale importanza della cura della persona nei suoi aspetti psicologici, relazionali e affettivi che favoriscono la nostra ricerca del benessere e della felicità.