Cosa centra - vi sarete chiesti - "Tango" con un libro sul cancro? È la metafora della malattia. Il cancro lo visualizzo in un ballo: "un trash Tango", una danza surreale e macabra tra le mie cellule sane e quelle impazzite, un'allegoria per dare alla malattia una dimensione umana e amichevole. Questo pensiero neutralizza e diminuisce il potere del cancro, sminuendo in modo drastico la sua carica emotiva, impedendone l'autorafforzamento nella mia memoria, che è anche la sua forza per riprodursi, per diventare protagonista.