"Mentre scorro i social - scrive l'autrice - approdo sul profilo di una persona che non conosco ma che potremmo definire 'attivista'. Ha tutti i contenuti 'giusti' e le parole 'corrette' che condivide con i suoi seguaci/follower. Ha i pronomi sulla bio. Costruisce e contribuisce a diffondere contenuti sul razzismo, sull'abilismo, sul femminismo e sull'universo LGBTQ+. L'unica nota stonata in questo feed militante riguarda proprio l'adozione; scrive, infatti, a proposito del sentirsi 'estranea' ai valori di sua madre e suo padre che 'sarà stata sicuramente adottata', non percependo minimamente di avallare e reiterare una micro-aggressione disconfermativa nei confronti delle persone che sono state adottate e della legittimità delle loro famiglie e dei loro legami".