Che la regione Asia-Pacifico sia destinata a diventare un'economia-mondo, evidentemente la più importante del XXI secolo, è ormai quasi una certezza. Fernand Braudel, che dedicò la sua intera vita professionale allo studio e alla riscrittura della storia del Mediterraneo secondo nuove chiavi interpretative, sostiene che «è solo grazie all'economia che le civiltà durano e fioriscono». Tuttavia, l'idea dell'esistenza di diseguaglianze geografiche, sociali e tecnologiche - strutturali e funzionali nel concetto di economia-mondo elaborato dallo storico francese - viene oggi universalmente rifiutata in un pianeta che, pur continuando ancora a produrne, per la prima volta nella storia dell'uomo sta cercando di imporre a sé stesso una serie di regole su scala globale finalizzate al raggiungimento della sostenibilità. Certo, gli equilibri del futuro non saranno indifferenti alle diverse dimensioni demografiche e territoriali degli attori coinvolti ma lo sviluppo tecnologico, l'innovazione e la digitalizzazione sono in grado - e lo saranno ancor più in futuro - di colmare distanze, non solo spaziali, ritenute insormontabili fino a qualche decennio fa.