L'influenza del pensiero di Agostino d'Ippona sui teologi del XIII e XIV secolo non è certo una novità. È noto che il dibattito intorno al confronto tra l'"aristotelismo" e l'"agostinismo" medievali ha conosciuto uno sviluppo significativo fin dai primi anni del Novecento. Una visione inevitabilmente semplificatrice dei dibattiti scolastici che ebbero luogo tra XIII e XIV secolo nel tentativo di definire quali fossero le tesi e le fattezze di un pensiero genuinamente agostiniano e quali quelle di un modo di pensare ispirato ad Aristotele. Un paradigma reso meno rigido dagli studi degli ultimi anni, che hanno messo in luce la compresenza di significativi elementi nel pensiero dei due filosofi. Concentrando l'attenzione, nella sezione monografica, su un gruppo ristretto, ma assai significativo di autori latini, per lo più francescani e operanti tra il 1250 e il 1350, il volume si propone di esaminare, tra scientia e sapientia, le tracce agostiniane presenti nel pensiero tardomedievale, offrendo anche un approfondimento su uno dei principali luoghi teorici che dividono Aristotele da Agostino, il problema della materia e del suo ruolo nel fenomeno del mutamento fisico.