L'Induismo è la religione della grande maggioranza degli abitanti dell'India. Per capirla occorre partire dal pensiero e dalle concezioni culturali degli invasori indoeuropei, gli Arii, penetrati nelle valli dell'Indo e del Gange duemila anni prima della nostra era. Ma ancor più bisogna considerare che questo pensiero vedico si è trasformato e diversificato nel corso dei secoli a contatto con le culture pre-vediche, radicate in India molto prima della penetrazione dei conquistatori Arii. L'Induismo si fonda anche su alcune costanti, messe in evidenza dalla ricerca indianista, come il Veda, tradizione orale prima di essere messo per iscritto, che ha fornito numerose nozioni fondamentali, utili a strutturare il pensiero religioso e sociale nel corso dei secoli: l'idea di un ordine cosmico (dharma) che ingloba l'universo, l'uomo e la vita e la cui armonia impedisce il caos; la nozione di un tempo ciclico che comporta un perpetuo ritorno; un sistema di caste che andrà moltiplicandosi e costituirà un vero e proprio tessuto sociale; una concezione degli stadi della vita e delle tecniche di liberazione dello spirito (yoga), ereditata forse dall'epoca pre-vedica. Il vedismo ignorava i templi e le immagini delle divinità. Sotto l'influenza di fattori non ancora ben determinati, all'inizio della nostra era l'Induismo conoscerà un grande cambiamento con la nuova corrente di devozione, la bhakti. Il sacrificio cede il posto all'offerta (púja) e alla preghiera davanti alle effigi e alle statue delle divinità nei templi eretti dai fedeli, una grande innovazione. I devoti si rivolgono alla divinità da loro scelta e le testimoniano il loro amore in un contesto di relazioni personali. È il grande successo degli dei della bhakti come Visrnu e Krsna. Nel corso dei secoli l'Induismo conoscerà poi numerose sette e gruppi religiosi, fino alla nostra epoca.