Nella primavera del 1972, un teatro vagante si sposta lungo l'Abruzzo attraverso dodici centri urbani. Che cosa contiene? Colori, pennelli, carta, forbici, burattini... ma soprattutto un metodo di lavoro in fieri: la ricerca di un nuovo modo di vivere insieme, di conoscere, di esprimersi e anche di fare scuola. Percorrendo strade e piazze, il "drago" di Giuliano Scabia coinvolge i ragazzi abruzzesi nella rifondazione della propria città sotto forma teatrale. Perché «teatro può essere gioco, ma soprattutto teatro è itinerario di ricerca attraverso l'invenzione [...]. Riscoperta del fare attivo accanto al vedere passivo.» Forse un drago nascerà è il racconto di questa memorabile esperienza. Un modello esemplare di avventura pedagogica tra teatro, scuola e comunità che risuona ancora oggi.