A dieci anni da Diritto all'esuberanza, Davide Rossi torna a riflettere sul ruolo della scuola italiana. Alla luce dei tempi e dei cambiamenti internazionali che orientano in modo significativo la didattica legata ai saperi, che non vanno soltanto trasmessi, ma anche e soprattutto costruiti dai docenti insieme agli studenti - nel solco di don Lorenzo Milani e di Gianni Rodari -, l'autore ragiona sui baluardi fondamentali di una scuola partecipata e libera, per tutti, che sia in grado di vincere dispersione e abbandoni, ispirandosi all'espressione e alla valorizzazione della fantasia. Una scuola dunque capace di tornare a cercare chi si è perso e chi è rimasto indietro, ovvero una scuola autenticamente inclusiva.