La civiltà occidentale ha realizzato un ordine sociale fondato sulla separazione degli individui con medesime caratteristiche, riducendo all'invisibilità e al silenzio un'enorme moltitudine di persone. Tra questi i vecchi e i bambini, confinati in modo ordinato in "contenitori sociali", o sospinti disordinatamente ai margini della società e della socialità. Questo determina una dispersione di saperi e risorse di cui patisce l'individuo come la collettività intera. Al contrario, spazi di contaminazione e di condivisione tra soggetti con provenienze anagrafi che, generazionali, culturali diverse, creano le premesse perché cresca tra le persone quell'attenzione reciproca che l'educazione, le politiche sociali, i servizi alla persona devono contribuire a promuovere. È pertanto agli operatori di questi ambiti professionali che il volume si rivolge, presentando una riflessione sulla vita come un continuum in cui ogni frammento è concepito in relazione a ogni altro. I bambini costituiscono per gli anziani una sorta di sguardo introspettivo, mentre gli anziani fungono da specchio proiettivo in cui prefigurare il tempo a venire. Assumere lo sguardo, la prospettiva dei bambini e dei vecchi insieme può allora suggerire nuove angolature sul mondo nel quale viviamo. Angolature che qui muovono da una lettura socio-antropologica della realtà, con l'obiettivo di risalire alle origini dell'indebolimento del principio di solidarietà.