Accanto alla valutazione delle competenze disciplinari, nel nuovo concorso a cattedra grande spazio viene dato alla verifica delle capacità didattiche dei candidati. Il confronto con una realtà che si fa ogni giorno più complessa rende ormai impraticabile l'assunto tradizionale per il quale conoscere una disciplina significa anche saperla insegnare. Il ruolo decisivo rivestito dalla scuola nella società del terzo millennio esige un rilancio delle riflessioni sulla natura e gli scopi della didattica. Sulla scorta di tale premessa, l'intento del presente lavoro è quello di ragionare sulle strutture e le funzioni che consentono di connettere tra loro i due versanti dell'agire didattico: i contenuti e la loro mediazione. I primi, infatti, rischiano di rimanere sostanzialmente estranei alla mente degli allievi senza l'attenzione ai processi di mediazione, i quali a loro volta, se privati dei contenuti disciplinari, potrebbero impoverire l'esercizio delle funzioni mentali ostacolandone una formazione coerente.