Questo libro ci fa riscoprire come a scuola si dovrebbero imparare i cicli delle stagioni. E qual è il filo rosso che connette gli animali umani agli altri animali. A scuola si dovrebbe tener presente quel percorso che rende uno e unito il vivente, facendo della cultura, della società, della storia, una emergenza frutto di strutture naturali e interazioni complesse. A scuola si dovrebbe studiare l'humus che abbarbica l'uomo alla Terra Madre e fa della sua vita un albero, e delle sue scienze rami e bellissimi fiori. Per apprendere dalla natura, facendo della sua configurazione un "libro di lettura". Nell'epoca dell'inquinamento globale, dove è la mente la più inquinata, la scuola sembra essersi arresa non solo all'aggressione alla natura, ma alla sua evaporazione. Di fronte al pericolo di un mondo senza natura, un mondo claustrofilico di strade, siti, piazze, esplorazioni, incontri, immagini virtuali, di fronte a una scienza che punta all'artificializzazione progressiva del vivente, di fronte alla innaturale velocizzazione dei tempi e alla perdita di intimità e simpatia con i paesaggi e i luoghi, la scuola tace.