Dalla riflessione storico-antropologica che esalta universalmente il gioco come dimensione altra tra il soggetto che apprende e la realtà che lo stimola, si definiscono chiaramente gli apprendimenti cognitivi che si innescano durante l'attività ludica dei bambini. Il gioco con i suoi caratteri di divertimento, competizione/confronto, di relazione con gli altri, di movimento nello spazio e sperimentazione delle possibilità anatomico-fisiologiche proprie della specie, induce apprendimenti di carattere superiore che oggigiorno vengono definiti e indagati dalle neuroscienze. Apprendimenti che caratterizzano anche i più aggiornati approcci sportivi detti genericamente allenamento intelligente. In sintesi, la proposta di situazioni ludiche che stimolano l'atleta a ragionamenti superiori. Ripensare l'avviamento sportivo secondo forme di gioco deliberato, con stimoli cognitivi e di analisi del contesto, è la soluzione per apprendimenti sovrastrutturati - rispetto alle tecniche specifiche - che permarranno per sempre e che portano all'esperienza di essere riusciti a fare per un senso di efficacia e di soddisfazione.