Se l'educazione è una sfida, questo libro sfida chiunque vi sia implicato: pedagogisti, dirigenti scolastici, insegnanti, genitori. L'Autore, confrontando la propria esperienza di direttore e professore con tesi e testi di filosofi, poeti e scrittori, con pensieri e dogmi della didattica di ieri e di oggi, non si esenta da nessuna delle grandi questioni educative. Analisi dei bisogni e dei diritti, performance, competenze disciplinari sono risposte particolari insoddisfacenti per un soggetto che, essendo uno e non divisibile, si rivolge al mondo con tutto di sé. Il libro parte da tale "sorgente dell'io". Di contro a certi dogmi pedagogici, l'unico punto di partenza ragionevole nel "Paesaggio dell'educazione" è l'esperienza, da cui sorgono gli interrogativi sul senso della realtà e che dà corpo al percorso della conoscenza, il grande scopo della scuola. Oltre che col mondo e con la tradizione culturale, è nella relazione con l'altro che emerge il desiderio del proprio bene. E la relazione è un intrecciarsi di sguardi e racconti; per questo la narrazione è una modalità privilegiata per viverla. Citando Etty Hillesum, la vita è «un continuo operare per cercare la forma del nostro personale racconto».