Lettere partite dall'attività professionale di due laici, ma soprattutto dal loro cuore, come servizio alla Chiesa. Si rivolgono ai preti 'uomini di pace e riconciliazione'; uomini appunto, esposti in prima persona nelle relazioni, nella fatica quotidiana della difficile e pregnante incarnazione, in quanto "mandati" per un'opera, che non apparitene a loro.