La scuola italiana oggi è in stallo. In una società sempre più dura nei confronti di chi ha meno mezzi e dunque sempre più destinata alla disuguaglianza, la scuola non riesce più a svolgere il suo compito educativo. Per chi è nato in un quartiere che somiglia a un ghetto o in un territorio isolato e degradato, pensare con libertà al proprio futuro è difficile. E il sistema di formazione è ancora fermo a un modello rigido, che ostacola la mobilità sociale e impedisce la crescita culturale ed economica del nostro Paese, dividendo in modo classista il Nord dal Sud e dalle isole. Crescere nella fragilità sociale significa avere meno opportunità di coltivare sogni e desideri. La sfida che abbiamo di fronte è epocale. Rachele Furfaro ha creato un modello nuovo, con l'idea di rispondere alle esigenze del mondo contemporaneo. L'educazione non è un processo di trasmissione di conoscenze indiscutibili, di saperi prefabbricati, assoluti e immutabili, separati dalle esperienze di vita dei bambini e dei ragazzi. La scuola deve essere capace di ascolto, di attenzione al singolo e alla comunità, per renderla accogliente e inclusiva. È un luogo di partecipazione civile, di condivisione e anche di gioco. "È un presidio indispensabile e vitale," scrive Furfaro, "perché rappresenta l'unico reale laboratorio di contaminazione sociale e culturale dove le diversità continuano a incontrarsi, a dialogare e a costruire insieme il proprio futuro." L'Italia ha una lunga storia di riforme, che hanno cercato di migliorare l'istituzione scolastica ma hanno lasciato dietro di sé errori, lacune e contraddizioni. Questo libro racconta una scuola buona per davvero, finalmente capace di contribuire alla costruzione del nostro futuro.