Questo libro presenta un'osservazione dell'istituzione scolastica nel contesto europeo, in particolare italiano e tedesco, a partire da un'esperienza personale e da una narrazione autobiografica. La tesi che propone è che la maggiore democraticità e il carattere inclusivo del sistema scolastico italiano siano legati al ruolo che la filosofia di questo Paese ha avuto nel concepire, all'interno di un dialogo pubblico che ha coinvolto più attori, nell'arco di un secolo e mezzo di storia, le funzioni fondamentali della formazione. Tra di esse un valore di primo piano è stato attribuito a una cultura ampia, nutrita di più saperi disinteressati e identificata come condizione imprescindibile per poter vivere in modo pieno la cittadinanza all'interno di comunità sempre più complesse. Il paragone con la scuola tedesca, idealizzata, ma non conosciuta, dalla maggior parte dell'opinione pubblica italiana, mostra come una cultura filosofica estremamente ricca che, dall'Illuminismo in poi, si è posta di frequente obiettivi di trasformazione sociopolitica in senso democratico, non abbia finora saputo, al contrario di quanto è accaduto nella tradizione italiana, rivolgere tali istanze al mondo...