Grandi successi ed errori inizialmente si assomigliano. Se le storie di quanti conseguono risultati importanti vengono spesso raccontate come tragitti perfettamente lineari, Generalisti dimostra che la verità è di tutt'altro segno. Analizzando la vita e la carriera di atleti, musicisti, imprenditori e scienziati affermati, David Epstein prova che una specializzazione non precoce, preceduta da una serie consistente di tentativi ed errori, è in genere alla base della realizzazione. Roger Federer scoprì il tennis dopo aver sperimentato tutti gli altri sport che gli fossero capitati. Django Reinhardt sviluppò il suo ineguagliato stile chitarristico dopo aver perso l'uso di due dita. E Vincent Van Gogh si scoprì capace di dipingere nello stile che avrebbe rivoluzionato per sempre l'arte solo negli ultimi due anni di vita, dopo aver tentato di intraprendere i mestieri più disparati ed essere stato giudicato mediocre da maestri e supervisori. Se una iperspecializzazione perseguita sin dai primi anni è di norma considerata un vantaggio competitivo, le storie di questo libro raccontano invece come perfezionarsi in un solo campo possa risultare un limite, mentre i momenti di crisi e di improvvisazione possano essere i più utili. Ne deriva che, se dedicare parte del tempo ad attività e compiti non immediatamente monetizzabili è "inefficiente", allora l'inefficienza è un obiettivo da perseguire con tenacia. Tutti si specializzano in qualcosa prima o poi ma, come dimostra David Epstein, per conseguire qualunque risultato nessun metodo è più efficace che trasformare la propria vita in un continuo esperimento.