La bicicletta, qui intesa come metafora educativa del divenire umano e del viaggio di formazione che accompagna le esperienze di crescita e trasformazione, può diventare sintesi di un tempo lento e vivificante e dell'essenzialità del con-fine dentro/fuori sul quale avviene ogni educazione. Per dare concretezza a questa proposta, il volume elabora una "pedagogia della bicicletta" che pone il focus sulla responsabilità compositiva delle bambine e dei bambini nella tessitura delle sonorità ambientali, e offre all'infanzia un ruolo decisivo nella costruzione e nell'ascolto dell'immensa sinfonia del mondo. Diventa così possibile rifondare il ritmo della vita e inaugurare autentiche speranze di libertà e di sostenibilità, rendendo la città un bene comune e le bambine e i bambini i suoi custodi. Grazie alla possibilità che offre di avere un rapporto diretto con la natura, la bicicletta permette ai bambini e agli adulti di sintonizzarsi con il paesaggio sonoro e di arrivare a un incontro con il proprio Sé più autentico. In questo modo, li rende sensibili alla bellezza e alla sapienza della Terra, consentendogli di aprirsi a un vivere palingenetico che li rende abili ascoltatori e cercatori di silenzio. In questa cornice ecologica si dischiude un'altra modalità di conoscenza, un pensare paesaggistico come possibilità di abbracciare la totalità dell'esistere che rende consapevoli del carattere sistemico del nostro vivere. Una rinnovata coscienza ecologica, una postura etica che consente di abitare il mondo con 'armozeinsophia', per pedalare verso orizzonti sostenibili e rifondare il ritmo delle nostre vite.