L'autismo affrontato in modo più leggero e propositivo e allo stesso tempo serio e professionale, non come qualcosa da curare, ma come un viaggio di crescita sia per chi lo vive in prima persona sia per coloro che fanno parte della vita di questi bambini speciali. E lo sono davvero, se l'autrice ha scelto di usare come titolo proprio una frase che un suo alunno ripeteva spesso: "Il cammello vive nello spazio". A molti può non dire nulla, ma se si riflette un po' si può intuire che è una metafora geniale di come forse si sente il neurodiverso, immerso in un luogo silenzioso, tranquillo, dove galleggia felice guardando la Terra da lontano. Ecco, la sfida è proprio quella di raggiungere il cammello nello spazio e metterci in contatto con lui, in quella bolla sicura e luminosa, con rispetto e serietà, comprendendo che non esistono bambini autistici e bambini neurotipici, ma solamente bambini, ognuno con le proprie specificità.