L'inquietudine, l'impulsività, le difficoltà di attenzione e concentrazione, di leggere, scrivere, il rifiuto delle regole di convivenza e dell'apprendimento che caratterizzano la presenza a scuola di molti studenti, non sono sempre i "sintomi" osservabili del "segno" di una malattia, di un disturbo o di un bisogno speciale ma, più spesso, possono essere l'effetto non solo di percorsi apprenditivi o storie personali svantaggiate, ma anche del loro non sapere "come fare", del non saper "imparare ad imparare", della mancanza di consapevolezza del funzionamento della propria attività mentale. Riteniamo, infatti, che esista una via di soluzione pedagogica o, meglio, neuropedagogica e non psicologica o psichiatrica, all'insuccesso scolastico ed umano di questi bambini. La neuropedagogia, che tiene conto anche delle ricerche di Maria Montessori e di Antoine de la Garanderie, infatti, è una nuova scienza dell'apprendimento, dell'educazione e della personalità fondata sulla dialettica del biologico e del sociale, una scienza che integra il sociale-educativo della pedagogia e il biologico della neurologia, alla luce dei processi storici, valoriali, filosofici, morali e spirituali.