Tutti gli insegnanti hanno, prima o poi, classi che amano di più e altre che amano meno, studenti con cui non si riesce a entrare in relazione, giornate in cui nessuno li ascolta, situazioni in cui perdono il controllo, classi e allievi difficili. Questo libro risponde alle domande più frequenti degli educatori che si trovano a dover gestire classi difficili: "Cosa possiamo fare per questi ragazzi?", "Cosa può dunque fare questo ragazzo per sé?" e "Cosa possiamo fare insieme io e questa persona, perché lui sviluppi il meglio di sé?". Se la definizione più comune di "gestione della classe" è "l'insieme di azioni che adottano gli insegnanti per cercare di mantenere o ristabilire l'ordine in classe, per motivare e coinvolgere gli allievi e infine per stimolare atteggiamenti cooperativi degli stessi", gli autori intendono anche sottolineare come sia "un percorso fuori, nella scuola, nella classe, dentro di noi, nei nostri diversi ruoli e nelle nostre emozioni e sentimenti". Perché gestione significa prima di tutto gestirsi e poi gestire con tecniche e metodologie. Dentro l'aula, soprattutto quando ci ritroviamo da soli con gli studenti, a gestire noi stessi, tutelare il nostro benessere e la classe, le sue emozioni, i bisogni personali di ognuno, risolvere le situazioni di disturbo e soprattutto capire e risolvere i "nostri" casi difficili, senza mai dimenticare lo scopo per cui siamo in classe: insegnare e far apprendere. Fuori dall'aula, appoggiandoci con fiducia a tutte le figure di riferimento che ci circondano. "Gestione dell'allievo e della classe", perché la finalità principale per ogni docente è quella di lavorare per e con la classe nel creare una buona relazione.