"Questa opera non è nata solo dallo studio di fonti sperimentali (e divulgative): ho attinto dalle mie diverse esperienze lavorative e distante dalle ideologie politiche, dagli indottrinamenti, ho mantenuto un approccio "dinamico" teso cioè ad ascoltare tutte le categorie. L'imprenditore infatti ce l'aveva con le tasse, il salariato si sentiva sfruttato, il disoccupato si sentiva in colpa, il dipendente pubblico si sentiva additato. Riconosco all'Università una funzione vitale anche per la stessa riuscita di questa opera, ma ad un occhio attento non sfugge che sarebbe consigliabile per chi fa parte del campo economico, avvicinarsi proprio "materialmente" agli attori della produzione incontrandoli e non limitandosi agli studi teorici. La "verità" a mio avviso è che molte persone siano in buona fede e pensino di non essere capaci di comprendere la materia socioeconomica, altre sono state trasformate in vettori di consumo che nemmeno ragionano. Solo una minore parte della popolazione "sa le cose" e sceglie la malafede, al netto di un estremo individualismo indotto. Ciò che i cittadini non capiscono è dovuto alla mancanza di dati e non perché siano degli imbecilli."