Nel 1535 Vigevano cessò di essere la "splendida e amatissima residenza di campagna" degli Sforza. In quell'anno il Ducato di Milano passò in mani spagnole, un evento che mutò almeno in parte la sua storia. Nella prima parte del testo vengono delineate le caratteristiche essenziali dello Stato di Milano, delle sue istituzioni e della sua economia. Su questo sfondo viene ricostruito un profilo dell'economia vigevanese dall'età sforzesca ai primi del Settecento. La seconda parte è dedicata alle manifatture urbane fra il 1748 e il 1878. La storia del setificio costituisce il principale filo conduttore di queste pagine, che ne analizzano lo straordinario sviluppo settecentesco, la crisi drammatica nella fase finale dell'avventura napoleonica, poi la ripresa, tra Restaurazione e Risorgimento nazionale, con diverse priorità e scelte produttive. Le luci e le ombre dell'Ottocento si concludono con "Vigevano italiana": un quadro articolato dell'economia urbana nel primo ventennio unitario, attento ai protagonisti soprattutto del settore tessile, destinato a restare ancora a lungo centrale nel panorama manifatturiero della città.