La società opulenta demolisce alcuni dei miti dell'economia politica tradizionale e, senza indietreggiare di fronte ai problemi tecnicamente più difficili, svela l'inganno della "mentalità convenzionale" che impedisce di guardare al di là delle leggi di mercato. Per Galbraith, fino a quando il benessere riguardava solamente pochissimi era inevitabile porre l'accento sulla produzione. In una società agiata, invece, continuare a fare della produttività il centro e il fine dell'economia è un imperdonabile errore, che alimenta la coltivazione di bisogni umani artificiali e gli investimenti in cose e beni privati anziché in persone e servizi pubblici. In questa che è la sua opera più famosa, e forse la più importante, Galbraith mette a nudo, con l'ironia e l'autorevolezza che lo hanno reso tra i pensatori più originali del Novecento, l'origine di molte delle contraddizioni che caratterizzano il nostro tempo.