Per decenni la centralità negli scambi internazionali rivestita dal dollaro ha assicurato agli Stati Uniti l'egemonia sull'economia globale, con la possibilità di accumulare sistematicamente deficit senza alcuna conseguenza e di scaricare i propri squilibri interni sul resto del mondo. Un «esorbitante privilegio», che tuttavia vediamo oggi vacillare sempre più vistosamente sotto i contraccolpi innescati dalla guerra in Ucraina e per iniziativa di nuove potenze emergenti come la Cina e i Brics. Il libro, muovendosi tra storia, economia e geopolitica, ripercorre le origini, le fasi cruciali e la traiettoria di questo fondamentale passaggio epocale a partire dalla svolta degli anni Ottanta, attraverso i conflitti dimostrativi degli anni Novanta e degli anni Dieci, fino alle manipolazioni del tasso di interesse ad opera della Federal Reserve e l'imposizione di dazi e sanzioni. Partito molto lentamente e senza un coordinamento centralizzato, il processo di dedollarizzazione e di sganciamento dai circuiti su cui si fonda l'ordine economico globale ha cominciato a prendere velocità, con una brusca accelerata sulla scia delle dinamiche di scontro a livello internazionale, rimanendo, tuttavia, il suo punto d'arrivo ancora avvolto nelle nebbie dell'imprevedibile. Introduzione di Flavio Piero Cuniberto. Prefazione di Jacques Sapir.