"Le idee hanno un peso, almeno quelle che meritano questa definizione. E a volte irrompono nella nostra vita, la sconvolgono. Le 'Lezioni di indisciplina-Pensiero e gesto nell'arte e nell'economia' si svolsero per la prima volta in un'aula dell'Università della Calabria. Era la primavera del 2002. Ero e sono un professore di Economia degli intermediari finanziari, uno che studia tutto quanto ha a che vedere con la creazione della moneta, la gestione del risparmio, del credito e dei prodotti finanziari. Il primo a rimanere sconcertato di fronte a un punto di vista (il mio) che portava alla negazione di qualsiasi utilità della moneta, di qualsiasi suo derivato e di tutto il vasto apparato di risorse umane e materiali deputato alla contabilità e all'amministrazione dello strumento ero io. Nonostante il suo titolo un po' violento, "La morte del denaro" è un invito alla riflessione, alla moderazione, e anche l'indicazione di una via per non vivere nella paura che le crescenti diseguaglianze provochino disordini diffusi, insostenibili, o che la prossima, inevitabile, crisi finanziaria globale semini panico e ulteriore povertà." (Dall'Introduzione)