Fino a che punto la conoscenza e l'apprendimento possono essere considerati come investimenti e misurati? Quali aspetti della produzione e dell'utilizzo di saperi produttivi possono essere contabilizzati? In che modo vanno concepite e rilevate le principali componenti del capitale umano? Sono questi gli interrogativi affrontati da questo libro, realizzato grazie ad un progetto congiunto dell'Istat e dell'Isfol, con il contributo scientifico della Banca d'Italia, della Fondazione Giovanni Agnelli, della Società Italiana di Statistica e dell'Associazione Italiana degli Economisti del Lavoro. Il libro prende le mosse dall'inquadramento del concetto di capitale umano e della sua misurazione, approfondisce il rapporto tra capacità cognitiva, scolarità e competenze, e analizza pregi e limiti del lifetime income approach, il più autorevole metodo di stima dello stock di capitale umano oggi in uso. Affronta poi la prospettiva della creazione di un conto satellite del capitale umano nazionale e, infine, apre la strada agli sviluppi della ricerca nell'ambito dell'eterogeneità del capitale umano e del ruolo della domanda di lavoro nella sua accumulazione e valorizzazione.