Nel prendere in considerazione gli svolgimenti, negli ultimi lustri, della legislazione regolatrice dell'ordinamento previdenziale appare sempre meno credibile assumere che detti svolgimenti siano il frutto di una, seppur dilatata, "stagione delle riforme": siano, cioè, espressione di un "periodo" o "tappa" del relativo assetto; di una evoluzione, per così dire, "fisiologica". In realtà, lunghissimo periodo dei sommovimenti che travagliano quell'ordinamento e dei quali non è dato intravedere la fine, e il loro carattere complessivamente ondivago appaiono essere segni inequivocabili di una crisi profonda: una crisi che fa pensare ad un percorso storico ormai giunto al capolinea e alla incombente necessità di una sostanziale rifondazione del complessivo sistema. L'approfondita analisi compiuta ha ad oggetto un segmento di quell'ordinamento, che un concorso di fattori - tra i quali, in particolare, la grave crisi economica e finanziaria che da alcuni anni attanaglia il nostro paese - ha finito per collocare in una posizione assolutamente centrale del complessivo sistema: idealmente sullo stesso piano del segmento che quell'ordinamento dedica alla disciplina delle pensioni.