Il lavoro si sofferma sull'evoluzione della giurisprudenza europea, che ha affermato nel settore penale alcuni principi comuni, dal divieto di "bis in idem", alla definizione contenutistica della nozione di sanzione penale. Nel settore tributario l'impiego delle sanzioni penali è apparso, talvolta, strumentale alle esigenze del fisco, con scarsa attenzione al rapporto tra gravità delle violazioni commesse e pene stabilite. Lo studio si sofferma, in particolare, sulla duplicità di sanzioni sostanzialmente penali che colpiscono il ritardato versamento di ritenute certificate dai sostituti d'imposta e quello dell'IVA dichiarata e non versata dai soggetti passivi del tributo. La strumentalità dell'impiego della sanzione penale e la dimostrata inefficacia come mezzo per tutelare interessi erariali evidenzia un contrasto tra la pluralità degli interessi coinvolti e il principio di proporzionalità nella scelta dei mezzi, che ne mette in dubbio, nei confronti dei sostenuti d'imposta, la stessa legittimità.