L'indagine sui rapporti tra legislatore penale e Corte costituzionale rivela marcati tratti di complessità, soprattutto per la molteplicità dei profili coinvolti: essa tocca infatti temi centrali sia in generale, implicando l'individuazione dei più congrui equilibri tra poteri, la spettanza delle operazioni di contemperamento fra interessi, principi e valori confliggenti e la contestualizzazione dei rapporti inter-istituzionali anche in una prospettiva multilivello, e sia più specificamente, riguardando in primis le delicate connessioni tra diritto penale e politica, nell'ottica della legittimazione all'intervento sulle scelte punitive pubbliche. L'approccio orientato agli aspetti costituzionalistici del rapporto legislatore-Costituzione e legislatore-giudice costituzionale pone dunque al centro il principio di legalità penale, indagandolo al contempo in rapporto alle sue evoluzioni e ai suoi emergenti profili di criticità, nonché valorizzando il rilievo intrinseco del modello di democrazia rappresentativa che ha accompagnato l'avvento della Carta costituzionale e segue oggi il mutevole assetto dei rapporti fra legislatore, giudice delle leggi, giudici comuni e Corti sovranazionali.