La Storia non si ferma. Nemmeno quella del cd. international tax regime, ossia di quel sistema di principi, norme e procedure chiamate a regolare le relazioni fiscali tra gli Stati. In questo libro, seguendo un approccio inter-disciplinare, si cerca di mostrare come lo "stallo" nel quale versa il processo di sviluppo del diritto tributario "transnazionale" (sia in sede OCSE con il progetto BEPS che in sede UE), possa ritenersi solo apparente e superficiale. Molte sarebbero infatti le avvisaglie giuridiche di un cambiamento epocale in atto, una vera e propria rivoluzione (sebbene ancora in profondità e poco percepita) nel paradigma "etico" ed "assiologico" delle regole sulla fiscalità internazionale. Il sopravvento della dimensione "geopolitica" del diritto tributario "transnazionale" sulla sua dimensione "tecnica" - emergente dalla sua "doppia appartenenza" al diritto internazionale pubblico ed al diritto internazionale dell'economia - ha fatto sì che esso sia divenuto sempre più strumento di "potenza" delle nazioni, sempre meno mezzo di "cooperazione", instradando le relazioni fiscali tra Stati su dinamiche più "politiche" e "negoziali" che "giuridiche" e "autoritative". Quanto questo passaggio "dal diritto tributario alla diplomazia fiscale", che sembra consumarsi sul versante internazionale, può essere anche occasione per la ripresa del cammino di integrazione in area UE? È pensabile (ed auspicabile) una futura tax diplomacy propriamente "europea"? In che termini questa potrebbe realizzarsi?