L'opera mira a stabilire se nel testamento - diretto nei suoi termini esatti a realizzare interessi e bisogni, individuali e sociali, del defunto - possano trovare spazio, in una eterogenesi di funzioni ed effetti, una dichiarazione testamentaria ricognitiva di pregresse liberalità non donative, una dichiarazione perequativa dei diritti di riserva dei legittimari, una dichiarazione ricognitiva di anteriori liberalità a tacitazione della quota di legittima e, soprattutto, una controdichiarazione di precedenti liberalità dissimulate. Quest'ultima figura in particolare - esclusa dalla giurisprudenza per essere il testamento un atto d'ultima volontà ontologicamente diverso dall'atto tra vivi - è oggetto di ripensamento anche quando è resa dalla parte che non ha un interesse contrario al fatto dichiarato, perché, in tema di simulazione relativa, il riscontro nel testamento dell'esistenza di una volontà liberale consente agli eredi e aventi causa di confermare la donazione dissimulata nulla nel proprio interesse e per rispetto della volontà del defunto. Il lavoro affronta così anche la problematica dell'atto di conferma di una donazione dissimulata nulla.