Mezzo d'impugnazione dal carattere e dalla natura sempre controversa, l'appello è lo strumento attraverso il quale le parti che vi hanno interesse e considerano viziata la sentenza di primo grado ne devolvono il controllo ad un organo di grado superiore, che può disporre (eventualmente) la rinnovazione dibattimentale. Collocandosi tra un giudizio di primo grado, attentamente strutturato, e il giudizio di cassazione, costituzionalmente imposto, l'appello ha, da sempre, vissuto alterne vicende. Il rito è stato, tuttavia, oggetto di un poderoso e dirompente restyling ad opera della l. n. 103 del 2017, in generale, e del d. lgs. n. 11 del 2018, in particolare, tornando sulla scena processuale quale fase di controllo e di raccordo fra le menzionate fasi. Il volume si propone di esaminare lo sviluppo di tali importanti riforme, al fine di comprenderne la corretta portata e i mutamenti sistematici e strutturali attuati. Lo scopo del lavoro è quello di identificare ruolo e funzione di un giudizio, quello d'appello, a cui si accreditano - troppo spesso - i ritardi nello sviluppo processuale, con grave compressione della sua durata ragionevole. Di qui, la costante proposta della sua abolizione o, quantomeno, del suo ridimensionamento, avversato dall'Autrice che tenta di valorizzarne la finalità e importanza alla luce della sua recente "rivitalizzazione".