La pandemia in atto pone problematiche giuridiche, oltre che politiche e sociali, non certamente nuove nella storia umana. Gli effetti del virus colpiscono, infatti, l'essere umano non solo come singolo, minacciandolo nel suo diritto fondamentale alla salute, ma anche come membro della comunità (pars civitatis). Sembra che al problema della difesa essenziale della vita, si sommi la difficoltà dello Stato di prestare adeguati strumenti giuridici che siano in grado di far fronte alla crisi economico-sociale determinata dalla stessa pandemia. L'attuale diritto delle persone, caratterizzato da una prospettiva fortemente individualista all'interno della quale l'essere umano viene considerato quale "soggetto di diritto", mostra in tale situazione profili di debolezza nella gestione dell'emergenza. La valorizzazione del diverso modello proposto dal diritto romano, nel quale la "persona-homo" non viene percepita in modo astratto, ma sempre in maniera concreta come parte di un tutto, sembra funzionale al recupero della impostazione perfettamente espressa dal giurista Ermogeniano per cui "omne ius hominum causa constitutum est".