Se, da una parte, ormai da alcuni decenni, la salute pubblica trova una sua dimensione biopolitica transnazionale e globalizzata ed assume conseguente rilievo giuridico in ambito internazionale, da un'altra parte, il diritto alla salute del singolo individuo, la sua libertà e la sua autonomia permangono, anche se, in una situazione di pandemia, hanno dovuto necessariamente contemperarsi con il diritto della specie umana considerata nel suo complesso a preservare la sua esistenza nel tempo. Ne deriva l'esigenza sempre maggiore, in ultima analisi, di una solidarietà diffusa, che scaturisce proprio dalla consapevolezza dell'interdipendenza ontologica dei singoli individui costituenti la totalità della specie umana. Solidarietà che, in contrapposizione al declino dei modelli politico-economici contemporanei, diventa un dovere etico irrinunciabile, capace di evitare, tra le altre cose, che si possano acuire le disuguaglianze già presenti nella società e che se ne possano creare delle nuove.