Questo lavoro ha ad oggetto il ruolo del diritto di recesso e la tutela del socio nelle società cooperative anche bancarie. Secondo l'opinione tradizionalmente diffusa le vicende inerenti al recesso del socio cooperatore devono essere interpretate restrittivamente per evitare di pregiudicare la stabilità finanziaria della cooperativa. Tale orientamento tuttavia già prima facie dal punto di vista metodologico non pare persuasivo in quanto valorizza profili di carattere patrimoniale in vero secondari rispetto a quelli tipologicamente sottesi al recesso cooperativo. Siffatta incongruenza sembra trovare conferma quantomeno in tre nuclei argomentativi che suggeriscono di rimeditare il comune approccio al tema: l'evoluzione del diritto societario cooperativo positivo; l'orientamento di parte della giurisprudenza; l'analisi comparatistica. Questi argomenti inducono a ritenere che la struttura aperta della cooperativa sia un elemento caratterizzante il tipo «inderogabile per coerenza stessa alla fattispecie» e il diritto di recesso quale corollario di siffatto principio rappresenti un diritto c.d. irrinunziabile della partecipazione sociale cooperativa. La ricerca trova ricchi spunti di approfondimento nel diritto cooperativo bancario. La norma dell'art. 28 TUB infatti da un lato incide direttamente - e in termini settoriali - sulla sfera soggettiva del socio nel momento dell'exit; d'altro lato suscita indirettamente - e in termini sistematici - una riflessione estesa all'intero fenomeno cooperativo (dunque non solo bancario). Quest'ultima considerazione prende le mosse dallo sviluppo applicativo patologico della norma citata che lascia spazio alla configurazione di fattispecie che comportano l'esclusione del diritto di recesso e una struttura societaria potenzialmente chiusa in uscita. Si tratta all'evidenza di un problema universale per le società cooperative che impone una riflessione incentrata sia sulla lesione dei diritti del socio recedente sia sui limiti tipologici imposti dalle regole inderogabili cooperative.