La proposta del diritto transnazionale è una nuova ipotesi metodologica per definire ulteriormente le frontiere del diritto comparato. L'esigenza di ripensare e ridefinire categorie concettuali e nuovi approcci metodologici, al fine di misurare nuove forme di pluralismo giuridico, appare necessaria per confrontarsi con le continue trasformazioni dello spazio giuridico, nonché dei cambiamenti sociali. Se la globalizzazione risulta ostativa rispetto alla democrazia, il diritto transnazionale, invece, si caratterizza per modalità tipicamente democratiche. Non è solo un'ulteriore distinzione fra le due concezioni, ma piuttosto un'evoluzione della transnazionalità in luogo della globalizzazione, con ricadute in punto di diritto costituzionale. La connotazione del diritto transnazionale nel prisma della legittimazione democratica avviene attraverso un'analisi della partecipazione dei cittadini e degli "interessati" alle decisioni, che si intendono assumere nel contesto di un processo decisionale transnazionale. Non si tratta solo di referendum o forme più o meno autentiche di democrazia diretta, specie quelle attuate per il tramite di Internet. Lo sguardo, piuttosto, è rivolto a quanto di recente si è manifestato nei trattati internazionali di libero scambio c.d. di "nuova generazione", come per esempio quello, per ora congelato, fra Ue e Usa del TTIP e quello, operativo, fra Ue e Canada del CETA.