La crisi da cui pare oggi colpita la Cassazione induce al tentativo di saggiarne il funzionamento in relazione ad uno dei suoi snodi fondamentali, configurato da quell'estrema forma di tutela del diritto alla prova di cui consta il caso di ricorso disciplinato dall'art. 606,1° comma, lett. d), c.p.p. Seguendo questa prospettiva, il volume prende l'abbrivio da un'analisi critica dei metodi di ragionamento utilizzati dalla Corte per giustificare le soluzioni esegetiche prescelte con riferimento al concetto di "prova decisiva", per assodare poi fino a che punto vent'anni di giurisprudenza mostrino in termini inequivocabili quante importanti disposizioni in materia di ammissione e acquisizione della prova appaiano ormai ridotte al livello di regole di rango minore, violabili senza conseguenze. Il lavoro si propone di esaminare le ragioni di siffatto svilimento e di circoscriverne gli effetti, passando attraverso quell'efficace astrazione che è l'error causalis e verificando tanto i limiti entro i quali essa deve essere contenuta perché non si trasformi in abuso, quanto gli stretti legami della medesima con la formula della "decisività" della prova omessa.