L'indagine sulle propaggini applicative dell'art. 2645-ter c.c. restituisce la consapevolezza di una sua spendibilità anche sul fronte testamentario. Si tratta di soluzione che intercetta la generosità funzionale del testamento, valorizzando al contempo le ampie potenzialità di una norma costretta sovente entro penalizzanti angustie ermeneutiche. Ma simile contesto propizia, più in generale, l'esigenza di letture organiche, capaci di dilatare la portata delle attuali fattispecie destinatorie, mettendole in dialogo con gli ulteriori strumenti in tal senso allestiti dal sistema. Ciò entro una prospettiva assiologica che coltivi il primato dei valori fondamentali dell'ordinamento e colga altresì il novum di figure feconde come l'affidamento fiduciario. Arrivando così a plasmarsi risposte meglio calibrate sulle articolate esigenze di una modernità che incalza ormai da tempo legislatori ed interpreti.