La "retribuzione variabile" assume maggior rilievo da quando le nuove tecnologie comportano trasformazioni sia sull'organizzazione dell'impresa sia sulla prestazione lavorativa. Per la comprensione del fenomeno è utile una chiave di lettura che metta in relazione "retribuzione variabile" e "partecipazione dei lavoratori nell'impresa". A fronte di una prestazione lavorativa sempre meno standardizzata ed inserita in un modello organizzativo che coinvolge il lavoratore, gli schemi salariali flessibili soddisfano tanto il modello partecipativo quanto la corrispettività. Si creano però inevitabili tensioni tra tecniche di flessibilizzazione del corrispettivo e normativa lavoristica, tesa a tutelare il dipendente quando la "retribuzione fissa" non è negativamente condizionata dalle prerogative gestionali dell'imprenditore. Occorre dunque ridefinire i limiti del potere imprenditoriale e riflettere sulle fonti della retribuzione, tra le quali l'autore propone di rivalutare l'autonomia individuale del lavoratore nel quadro logico-giuridico delle relazioni industriali.