Fra tutte le istituzioni repubblicane, il Presidente della Repubblica è quella che offre la resistenza maggiore all'inquadramento e alla sistemazione teorica secondo i metodi propri dell'analisi giuridica. Questa difficoltà deriva dal carattere lacunoso della normativa costituzionale e dall'ambiguità di significato della funzione di rappresentanza dell'unità nazionale, che l'autore ricostruisce come rappresentanza di tipo "magistratuale", negando che essa possa fungere da fondamento di poteri informali, spazi di iniziativa politica e prerogative presidenziali sprovvisti di un ancoraggio normativo certo. In presenza di un quadro frammentato a livello dottrinale e non stabilizzato in sede giurisprudenziale (neppure dopo la sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2013, di cui sono evidenziati nel saggio i profili di ambiguità), la costante espansione di ruolo politico del capo dello Stato sta immettendo nella forma di governo parlamentare logiche di funzionamento proprie di modelli dualisti, che la sottopongono a un'interna tensione.