Lungi dal costituire un dogma perfetto ed immutabile la proprietà è, al contrario, termine polisemico e polimorfico dal punto di vista concettuale e valoriale se - come è necessario fare - l'angolo visuale da cui osservare e ricostruire l'istituto non si trincera dietro il mero approccio dogmatico ma si colloca nel contesto della relatività storica e nella prospettiva del personalismo e del solidarismo quali principi e valori costitutivi della legalità costituzionale. Ogni concetto, ogni clausola generale così come le correlative costruzioni e ricostruzioni sistematiche determinano effetti ermeneutici in relazione alla dimensione assiologica propria dell'ordinamento positivo in cui operano e con cui devono primariamente e continuamente confrontarsi per saggiarne non semplicemente una apparente "neutrale" pratica utilità (nei fatti sbilanciata spesso in chiave utilitaristico-economica e patrimoniale) o una apprezzabile architettura dogmatica ma soprattutto una coerenza valoriale nel rispetto del primato della persona. La proprietà ha registrato vere e proprie metamorfosi, pur continuando ad essere contraddistinta da una forza concettuale e da una espansività giuridica che solo apparentemente contrasta con la frantumazione dell'unitarietà della nozione. Storicamente emerge una forma proprietaria che sembra legare le epoche dei regimi e delle specie di appartenenza come una inconsutile tunica, con una persistenza che va ben al di là della cosiddetta dematerializzazione della ricchezza e del noto passaggio dai codici della dimensione dell'avere a quella del fare. Una proprietà come quella legata al suolo, all'agricoltura e all'esigenza vitale di veder assicurata una dignità esistenziale prima ancora che una sua mera disponibilità in termini di appartenenza o di più generico godimento, che reclama ancor oggi e più che mai uno statuto adeguato e una attenzione normativa solidamente fondata sui principi assiologici inseparabili della protezione e dello sviluppo della persona anche nel contesto della tutela ecologica e nella cornice della sostenibilità. Una "proprietà tra le proprietà" che nella vita e nel pensiero riemerge continuamente negli schemi ordinanti dei giuristi, dei filosofi e degli economisti, nell'affacciarsi o nel riproporsi di rivendicazioni conculcate o realizzate, di istanze di giustizia sociale e nella consacrazione dei testi costituzionali o in quelli delle carte sovranazionali.