La diffusione dell'obesità nei paesi occidentali, con conseguente aumento dei rischi per la salute delle persone, ha posto il problema dell'individuazione di strumenti atti a contrastare il fenomeno. Negli Stati Uniti, l'esperienza delle azioni intentate nei confronti delle multinazionali del cibo ha indotto i produttori ad immettere sul mercato alimenti più salutari e ad educare i consumatori. Il trapianto del modello della fast food litigation in Italia deve, tuttavia, fare i conti con le peculiarità del nostro sistema di responsabilità civile. Appurato che la commercializzazione di alimenti nocivi è riconducibile al paradigma della responsabilità del produttore, occorre dissipare i dubbi circa la prova del difetto e del nesso eziologico, nonché indagare la rilevanza dell'assunzione del rischio da parte del consumatore come causa di esclusione della responsabilità. Valutando l'opportunità di rimettere la regolazione dell'obesità alla legislazione o al contenzioso, emerge la natura polifunzionale della responsabilità civile, idonea a realizzare non soltanto funzioni compensative, ma anche punitive, deterrenti ed educative, incentivando l'adozione di misure di sicurezza e qualità e orientando i consumatori verso scelte più consapevoli.