Nel lavoro si analizza la possibilità di introdurre nel nostro ordinamento il diritto di commutazione per volontà del testatore, previsto dall'ordinamento giuridico spagnolo di diritto comune, in cui la trasformazione dei beni ereditari in denaro è una mera facoltà e non incide sulla garanzia in senso economico data dal patrimonio ereditario. Tale prospettiva tiene conto delle aspettative dei legittimari e della necessità di ampliare l'autonomia testamentaria e conservare la funzione dell'istituto. Essa si pone come alternativa a coloro che prospettano un rinnovamento della legittima mediante la sua trasformazione in valore, attribuendo ai legittimari un mero diritto di credito nei confronti dell'eredità, così come avviene in Germania e negli ordinamenti che si ispirano alla tradizione teutonica, e ciò in nome di istanze che si presumono incompatibili con il mantenimento della legittima in natura, quali esigenze della circolazione dei beni. Tramite il sistema che nel presente lavoro si propone di adottare si conseguirebbe una maggiore flessibilità: la legittima, che si presenta multiforme, in quanto attribuita dalla legge in natura ma con la facoltà per gli eredi di poterla regolare in denaro, consentirebbe di raggiungere non solo una più agevole circolazione dei beni indivisibili e la conservazione dell'unità del patrimonio ereditario, ma anche una più opportuna risoluzione dei conflitti familiari e la salvaguardia della continuità aziendale nel passaggio generazionale delle imprese. Se de jure condendo con lo ius optionis si garantisce maggiore efficienza e competitività al sistema successorio in sé considerato, sarà opportuno prevedere di ricorrere alla funzione notarile per il perfezionamento del procedimento di commutazione della legittima in denaro.