Da troppo tempo ormai continua l'annosa disputa tra gli operatori del diritto sulla linea di demarcazione degli spazi applicativi delle diverse misure di protezione presenti nel nostro ordinamento; tanto che è divenuto urgente un intervento legislativo che estrometta dall'ordinamento le vecchie misure dell'interdizione e dell'inabilitazione. È vero sì che la Cassazione ha chiarito, fin dalla prima pronuncia del 2006, che l'Amministrazione di sostegno è la stella polare del sistema e che gli strumenti tradizionali detengono una spazio del tutto residuale, dovendo essere intesi quali extrema ratio; tuttavia, lo spazio valutativo riservato al giudice e l'indicazione di criteri discretivi dai contorni non netti ha fatto sì che l'interdizione campeggi ancora indisturbata; con esiti in termini di schiacciamento della dignità della persona non più tollerabili in una società civile che voglia dirsi moderna e rispettosa dei diritti fondamentali della persona umana. Tutto ciò che si può fare con l'interdizione può farsi e meglio con l'amministrazione di sostegno.