La crisi ecologica planetaria e il progressivo esaurirsi dei combustibili fossili hanno imposto all'attenzione, anche in campo giuridico, concetti quali "sviluppo sostenibile", "energia rinnovabile" e "transizione energetica". L'energia, infatti, assume rilievo come fattore di sviluppo sostenibile, in quanto la diffusione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, sebbene possa impattare sul paesaggio e la biodiversità avifaunistica, contribuisce alla riduzione di emissioni climalteranti, rifiuti e sprechi energetici, in linea con i postulati della "economia circolare". L'efficienza energetica funge, così, da trait d'union tra interessi ambientali ed economici, il cui bilanciamento è il problema centrale che il giurista è chiamato ad affrontare, anche in considerazione del nuovo principio «efficienza energetica al primo posto». La ricerca offre al lettore un percorso per sciogliere il quesito, muovendo dal sistema delle fonti del diritto dell'energia per giungere alle applicazioni in materia di contrattazione pubblica e privata e di rapporti finanziari e reali. Appare evidente, infatti, come si stia diffondendo un nuovo business, concentrato sulla costruzione, gestione, circolazione e smaltimento degli impianti. Occorre, quindi, fornire agli utenti del "mercato energetico" strumenti adeguati a disciplinare il rapporto tra privati, o tra privati e P.A., anche attraverso un'interpretazione evolutiva volta a "modernizzare" istituti classici del diritto privato patrimoniale, tenendo in debito conto le priorità dettate da una politica ambientale planetaria, sempre più bisognosa di una tutela effettiva dell'ambiente e del clima, che funzionalizzi lo sviluppo sociale, tecnologico, industriale e l'iniziativa economica alle esigenze delle generazioni attuali e future. Del resto, la recente revisione costituzionale degli artt. 9 e 41 cost. segna la necessità di una più stringente "conformazione ecologica" dell'autonomia privata patrimoniale e della stessa costituzione economica europea.