L'amministrazione di sostegno sollecita una riflessione sul rapporto tra incapacità e atti personalissimi. L'abbandono degli automatismi tipici delle misure dell'interdizione e dell'inabilitazione induce a valutare la possibilità di estendere al beneficiario limitazioni relative ad atti negoziali espressivi di diritti o libertà personali e di riconoscere, in tali àmbiti, poteri rappresentativi all'amministratore. La disamina delle libertà matrimoniali, della capacità di testare,di donare e del diritto inviolabile all'autodeterminazione terapeutica conduce a soluzioni diversificate in relazione alla funzione dei singoli atti considerati, nei quali si rinvengono interessi di natura ora esclusivamente esistenziale ora patrimoniale.