Nella coscienza collettiva e nel pensiero giuridico si è progressivamente fatta strada l'idea che gli animali non possono più essere considerati e tutelati esclusivamente come "cose", ossia in quanto beni patrimoniali. Di conseguenza, la tutela penale degli animali si è spostata da una posizione "antropocentrica", che punisce gli atti illeciti su animali in quanto offendono il sentimento di pietà e suscitano ripugnanza nella comunità, ad una visione che pone invece gli animali stessi "al centro", quali esseri dotati di sensibilità, affetti e sofferenze, anche psicologiche. Questo libro illustra le disposizioni dell'ordinamento italiano, anche nella cornice sovranazionale, che puniscono i comportamenti dannosi e violenti ai danni degli animali, gettando altresì uno sguardo sull'esperienza concreta e sulle molteplici situazioni in cui l'impiego degli animali da parte dell'uomo può cagionare danni e sofferenze a questi esseri "senzienti".